Nel 1970 Luciano Bianciardi cura la monografia, per la collana I grandi maestri dell’arte di Rizzoli, su Fattori.
Ma perché uno scrittore non particolarmente interessato al mondo della pittura si mette a questa prova? Se ne parla con la Fondazione Bianciardi a Festambiente, domenica 14 agosto ore 21 all’Auditorium.
In Fattori, la passione per le vicende politiche italiane del suo tempo si intreccia con un anticonformismo nutrito di distacco rispetto all’ambiente dell’accademia dell’arte e di estraneità nei confronti del bel mondo fiorentino, cui preferisce l’ambiente vivace del caffè Michelangiolo. Da quel mondo ribelle e patriottico insieme emerge il suo Risorgimento, che pur amato e vissuto intensamente, non ha niente di eroico.
Bianciardi si sente vicino a questo artista dalle passioni semplici e ferme, a partire proprio dall’interesse per la stagione risorgimentale, anche per lui tanto congeniale da diventare un presente librato tra invenzione e ricostruzione storica, come nel funambolico e disperato “Aprire il fuoco”.
Altro tratto comune tra i due: l’ammirazione di Fattori per la poetica verista, da affiancare a quella di Bianciardi per l’arte di Verga.
Questi e altri gli spunti critici che rendono stimolante e attuale seguire lo sguardo di Luciano Bianciardi che si posa sulla Maremma di Giovanni Fattori.