LA LAPIDE NEL CIMITERO DELLA MISERICORDIA A GROSSETO
“No, io voglio un funerale all’antica, e l’ho scritto nel testamento, un funerale laico, ma d’una certa solennità. Laico, ma tradizionale. Non ci voglio i preti, ma gli ex preti ce li voglio, ci voglio quelli che hanno buttato la tonaca alle ortiche e si sono fatti comunisti, pur restando preti nell’animo. Ne voglio quattro, di quei preti spretati e togliattizzati, e poi voglio due cavalli neri col pennacchio in capo, due critici letterari a cassetta, ai quattro cordoni del carro ci voglio nell’ordine uno storico, un critico d’arte, un funzionario di casa editrice e un redattore di terza pagina.
Deve essere un bel funerale. Dietro venga chi voglia, tranne le segretarie secche. Loro no. Poi si scordino pure di me (…)” (da “La vita agra”).
Da Milano la salma arrivò il 16 novembre, scortata dai vigili grossetani, davanti al palazzo comunale, dove fu accolta dalla autorità cittadine.
La camera ardente fu istituita presso la sala consiliare dove fu meta di tanti cittadini; l’orazione funebre fu tenuta il giorno dopo dall’avvocato Marcello Morante, dopo la quale il feretro, seguito da una folla di persone, raggiunse il Cimitero della Misericordia.