“Scrivere lettere inutili (cioè disinteressate) mi piace molto” (LB, 9 febbraio 1968, a Tullio Mazzoncini).
Un Bianciardi estremamente privato, quello delle lettere rimaste fino a oggi inedite e delle quali si inizia qui la pubblicazione in tre volumi, corredati dall’accurato commento di Arnaldo Bruni.
In questa prima parte, la corrispondenza con i familiari: servizio militare, primi impieghi, quotidianità minuta e molte informazioni –anche inedite– sul lavoro editoriale e di scrittura.
Come emergerà ancora di più nei volumi successivi –ad amici, editori, traduttrici ecc.–, si delineano in queste lettere la cifra e i caratteri distintivi dello scrittore: l’ironia, lo sguardo disincantato sulla realtà, il gusto per i giochi di parole e l’inconfondibile capacità profetica.
Dall’introduzione di Arnaldo Bruni:
Le lettere familiari costituiscono una sezione di spicco nel carteggio di Luciano Bianciardi. Riuniscono il maggiore numero di missive rispetto agli altri gruppi di destinatari (123 su 443 dell’edizione completa in tre volumi), soprattutto per via delle settanta indirizzate alla madre, Adele Guidi Bianciardi.
In realtà la corrispondenza compone un diagramma articolato che rende conto della biografia dell’autore, a partire dalla giovanile esperienza del servizio militare fino agli ultimi drammatici giorni della sua scomparsa precoce.
Ne emerge un ritratto scandito, ricco di soprassalti di vita e di sfumature psicologiche, che il lettore potrà seguire nelle diverse pieghe.
Il volume è stato stampato con il contributo della Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura.
In collaborazione con la Fondazione Bianciardi.
